sabato 27 giugno 2009

KINOJUDAICA AL CINEMA RITROVATO 2009

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Parte oggi a Bologna, con la proiezione della copia restaurata di SCARPETTE ROSSE di Michael Powell la 23° edizione de IL CINEMA RITROVATO. Nell'ambito della sempre interessante e ricca manifestazione, vogliamo segnalare la sezione KINOJUDAICA: I REGISTI EBREI IN RUSSIA E UNIONE SOVIETICA.
La vita dimenticata degli ebrei russi riemerge attraverso un prezioso recupero, realizzato dalla Cineteca di Bologna, con il patrocinio del Museo Ebraico. La retrospettiva (curata da due esperte di cinema sovietico, Natacha Laurent e Valérie Pozner) raccoglie undici titoli (suddivisi in sette programmi) che vanno dal 1913 al 1945, realizzati da registi ebrei sotto la Russia zarista e poi in Unione Sovietica.
Come spiegano le curatrici nell'introduzione alla rassegna, "La comunità ebraica in Russia - rinchiusa in quell'enorme ghetto che è stata la Zona di residenza, al confine occidentale dell'impero zarista, al di fuori della quale non era tollerata - ha una storia così forte e importante da aver creato un vero e proprio corpus a sé stante anche dal punto di vista della produzione cinematografica. È infatti allo stesso mondo ebraico che fanno riferimento queste pellicole, pur nelle mille sfaccettature che quel mondo aveva: allora il dramma dell'antisemitismo e delle persecuzioni, la realtà dello shtetl, con le sue tradizioni e le sue chiusure, l'utopia comunista negli anni della rivoluzione, sono tutti soggetti che hanno trovato spazio nei film di autori più noti, come Bauer, Kulechov o Donskoi, così come nella cinematografia di nomi che andiamo di fatto a riscoprire oggi per la prima volta, da Dubson a Vilner, da Mazrokho a Mutanov".

Per maggiori informazioni e per leggere le schede dei film in rassegna:
http://www.cinetecadibologna.it/files/festival/CinemaRitrovato/2009/pdf/kinojudaica.pdf

Per info generali sul festival: http://www.cinetecadibologna.it/cinemaritrovato2009/

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venerdì 19 giugno 2009

IN GIRO PER FESTIVAL: FIUGGI E NAPOLI

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Presentato il 17 giugno il programma della seconda edizione del Fiuggi Family Festival, che si terrà nella località termale dal 25 luglio all'1 agosto prossimi. Curioso festival, questo, e con un focus molto particolare: la famiglia, appunto. Filo conduttore di questa edizione, cui sono dedicate due retrospettive e un concorso per famiglie, è la paternità. Dieci i film del concorso e diverse anteprime, fra cui il francese Les Enfants de Timpelbach con Gerard Depardieu. Tra gli italiani in programma il primo lungometraggio animato a produzione tutta italiana, La rosa di Bagdad di Anton Gino Domeneghini. Realizzato in Italia, tra mille difficoltà, durante la Seconda guerra mondiale e prodotto dall'Istituto Luce, il film arrivò in sala nel 1949 dopo sette anni di lavorazione. E una serata tutta dedicata al Giornalino di Gian Burrasca in cui sono stati invitati la regista Lina Wertmüller, l'interprete Rita Pavone e Luis Bacalov, che diresse le musiche scritte da Nino Rota.

Poche le presenze in programma di titoli dell'area di interesse di Alpe Adria Cinema. Sono tre i titoli, tutti in concorso. I primi due sono film accomunati dal fatto di richiamare entrambi alla dimensione della fiaba (in fondo, si tratta pur sempre di un festival per famiglie e, quindi, per bambini!): MAZIE LAUPTAJI (Piccoli ladri) di Armands Zvirbulis (Lituania/Austria 2009, 76') racconta la storia di un bambino di 5 anni, Robis, che vorrebbe essere come Zorro per vendicare i suoi genitori, dopo che il loro appartamento è stato sequestrato dalla banca per il mancato pagamento della rata del mutuo. Insieme alla sorellina Louisa, di 7 anni, decide quindi di derubare la banca, ma non tutto andrà per il verso giusto. KDOPAK BY SE VLKA BÁL (Chi ha paura del lupo?) di Maria Procházková (Repubblica Ceca 2008, 90') è invece la storia di Terezka, attratta e un po’ spaventata dalla favola di Cappuccetto Rosso, che sogna di indossarne il costume alla festa della scuola. Poi, però, accade qualcosa di strano che comincia a farla preoccupare; la mamma, agitata dall’incontro con un vecchio amico musicista, si comporta in modo strano, tanto da farle pensare che non sia davvero sua mamma, ma nessuno degli adulti sembra disposto a darle spiegazioni, mentre la situazione precipita e la sua famiglia rischia di spezzarsi. Ma Terezka non è disposta ad arrendersi. Il terzo titolo è già noto al pubblico del Trieste Film Festival perché si tratta di SNIJEG di Aida Begic (Bosnia Erzegovina-Germania-Francia-Iran, 2008, 99’), menzione speciale a Trieste.
Programma completo e info sul sito del festival: www.fiuggifamilyfestival.org

Ancora un po' di Alpe Adria Cinema negli altri festival italiani: con un po' di ritardo, facciamo i nostri complimenti a Goran Markovic, che con il suo TURNEJA (La tournée), anch'esso in concorso lungometraggi nell'ultima edizione del Trieste Film Festival, ha vinto qualche giorno fa il “Concorso Europa, Mediterraneo” dell'undicesima edizione del Napoli Film Festival! La motivazione: Turneja è “Un film sull’arte e sulla guerra, che si contrappongono e si uniscono sul palco e sul campo di battaglia. Metateatralità, originalità e contenuti si fondano facendo emergere attraverso gli occhi ingenui dei protagonisti le contraddizioni della vita e l’orrore della guerra”.

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domenica 14 giugno 2009

SPORCIZIA E SAGGEZZA: IL CINEMA SECONDO MADONNA

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Dopo Tulpan di Sergej Dvorcevoj e Wolke 9 (Settimo cielo) di Andreas Dresen esce nelle sale italiane un altro dei film che ha caratterizzato la ventesima edizione del Trieste Film Festival: Filth and Wisdom (Sacro e profano il titolo scelto dal distributore), esordio alla regia di Madonna. Filth and Wisdom, che ha aperto il festival, racconta la storia di tre amici di Londra che si dividono tra lavori improbabili per riuscire a sbarcare il lunario, sognando un futuro più luminoso. L'est sogna la ricchezza dell'ovest, ma anche la possibilità di realizzare i propri sogni. A.K. è un immigrato ucraino che ha un solo obiettivo nella vita: raggiungere il successo con la sua band, i Gogol Bordello (il personaggio è interpretato dallo stesso Eugene Hütz, leader dei Gogol anche nella vita reale). Divide il suo appartamento con due ragazze, Holly e Juliette. Holly è un’aspirante ballerina, il suo sogno è quello di danzare per il Royal Ballet, ma non è mai riuscita a guadagnare un penny come ballerina e continua a ‘perfezionarsi’ come lap dancer al Beechman’s exotic Gentleman’s Club. Juliette sogna di diventare una sorta di Florence nightingale e di trasferirsi in africa per aiutare i bambini, ma per ora si deve accontentare di lavorare dietro al bancone della farmacia di quar tiere, gestita dall’indiano Sardeep. “Ho sempre ammirato il cinema come arte e l’abilità di raccontare una buona storia” racconta Madonna. E poi ancora “Girare Filth and Wisdom per me è stato come frequentare una scuola di cinema. È stato molto importante scrivere il soggetto, delineare i personaggi ed essere coinvolta in ogni passaggio, dalla scenografia fino al montaggio. E sono più che certa che con le mie continue domande ho fatto impazzire tutti i miei collaboratori. Ma è stata un’esperienza di grande soddisfazione perché mi ha permesso di esplorare tutto ciò che amo nella vita: la letteratura, la musica e la danza.”
Staremo a vedere se l'esperienza le è piaciuta così tanto da ripeterla in futuro. Per il momento, vi consigliamo (se non l'avete visto a Trieste in gennaio o se volete rivederlo) di cercare le – poche – sale in cui il film viene proiettato, senza farvi condizionare dal passato ingombrante della regista. Ne rimarrete sorpresi.

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venerdì 12 giugno 2009

PESARO: OGNI ANNO UN NUOVO CINEMA

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Presentata ieri la 45° edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, che si svolgerà fra il 21 e il 29 giugno. Oltre al classico concorso, il cui premio è dedicato alla memoria di Lino Miccichè, fondatore e storico direttore del festival, che presenta 7 opere provenienti da tutto il mondo (Turchia, Stati uniti, Corea del sud, Spagna, Messico, Nicaragua e Italia), l'omaggio ad Alberto Lattuada (con retrospettiva e monografia), un nutrito focus sul cinema israeliano contemporaneo, la sperimentazione della sezione “Bande à part”, la personale dedicata al fotografo e filmmaker Paolo Gioli, il consueto appuntamento col “cinema in piazza”, il Premio Amnesty International e molto altro.
Restando nell'ambito delle cinematografie investigate da Alpe Adria Cinema, da segnalare due titoli, uno austriaco e uno turco.
Il primo è un'opera prima, KARA KÖPEKLER HAVLARKEN (Cani neri che abbaiano), di Mehmet Bahadir e Maryna Gorbach (Turchia 2009, 90', 16mm, 35mm, col.), che racconta la storia di due giovani e irrequieti, Selim e Çaça, i quali vivono un’esistenza mediocre nei sobborghi di Istanbul. Di giorno allevano piccioni, di notte si aggirano per le strade a bordo della loro auto truccata. Il loro sogno è quello di aprire un parcheggio vicino a un enorme centro commerciale e per questo chiedono aiuto al capomafia locale. Mehmet Bahadir Er (1982, Turchia) ha studiato regia presso la Mimar Sinan e si è diplomato alla scuola di cinema di Istanbul. Tra i suoi cortometraggi, Zilzal ha vinto l’Istanbul Independent Film Festival ed è stato selezionato a Rotterdam e a Locarno. Maryna Gorbach (1981, Ucraina) si è laureata nel 2007 in regia presso la Andrzej Wajda Master School of Film Directing di Varsavia. Precedentemente ha conseguito altri titoli di studio alla Kyiv National University of Theatre, Cinema and TV (2005) e alla Hollywood School in Ucraina (2006). Ha diretto documentari per il canale televisivo ICTV. I suoi corti sono stati selezionati in numerosi festival internazionali. Kara Köpekler Havlarken è per entrambi il lungometraggio d’esordio.
L'altro titolo è FILM IST. A GIRL & A GUN di Gustav Deutsch (Austria 2009, 93', 35mm, col., b/n), musiche di Martin Siewert, Christian Fennesz, Burkhard Stangl.
Immagini degli albori del cinema trovate attraverso minuziose ricerche in archivi di tutto il mondo e assemblate in sequenze. Il montaggio si basa su analogie visive e anche con la giustapposizione di generi: immagini documentaristiche, di finzione, pornografiche, scientifiche e di propaganda, tutte alienate dal contesto d’origine. Come spiega il regista, «FILM IST. a girl & a gun tratta uno dei temi più vecchi della cinematografia e dell’umanità: il ruolo della violenza e del sesso nella relazione tra uomini e donne, in continuo oscillare tra Eros e Thanatos». Gustav Deutsch (1952, Vienna) ha iniziato a lavorare con le immagini in movimento intorno al 1980, quando è diventato socio del Vienna Media Workshop Medienwerkstatt. In quel periodo è passato gradualmente dal documentario a lavori video più concettuali. Da allora ha principalmente adottato la modalità del found-footage. Insieme ad Hanna Schimek, compagna nel lavoro e nella vita, setaccia gli archivi di tutto il mondo per recuperare materiali dimenticati e creare poetiche riletture di questi tesori.
(Le schede dei film e le biografie dei registi sono tratti dal catalogo generale della manifestazione)

Per scaricare il programma, la cartella stampa completa e il catalogo della manifestazione: http://www.pesarofilmfest.it/

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giovedì 11 giugno 2009

CAVò: VISIONI ESTIVE

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Contrariamente a molte realtà che chiudono per l’estate, CAVò, la sala video di Alpe Adria Cinema non solo non abbassa le serrande ma addirittura aumenta la sua attività: da metà giugno a fine luglio cavò ospita due rassegne e rimane aperto martedì, mercoledì e giovedì sera! Al martedì e al giovedì appuntamento con le commedie di oggi e di sempre sull’Italia in vacanza che abbiamo intitolato …A MOSTRAR LE CHIAPPE CHIARE come una canzone popolare di molti anni fa. Il mercoledì appuntamento doppio con CAMP(ING) TRICOLORE la rassegna che vuole percorrere l’ironia e l’identità gay nel cinema italiano.

…A MOSTRAR LE CHIAPPE CHIARE. commedie di oggi e di sempre sull’italia in vacanza
Estate. Sera. Interno. Una televisione accesa su un film in bianco e nero. Quante volte nelle pigre serate estive ci siamo ritrovati ad accendere svogliatamente la tv e scoprire che un canale improbabile trasmetteva una vecchia commedia in bianco e nero, spensierata e piacevole, leggera e viva? A giugno e luglio in cavò vorremmo far rivivere quell’atmosfera programmando ogni martedì e giovedì alcune tra le più significative commedie dirette da registi italiani che abbiano come tema conduttore le vacanze, l’estate, il mare… Ad ogni appuntamento film che creeranno un percorso ideale tra gli anni ’50 e i giorni nostri per regalarci un ritratto a tutto tondo dell’Italia di allora e di quella di oggi. Grandi autori per il nostro piccolo cavò: Luciano Emmer, Dino Risi, Mario Camerini, Luigi Zampa, fino ad arrivare a Daniele Luchetti e Paolo Virzì.

CAMPING TRICOLORE. ironia gay nel cinema italiano
Per il mercoledì estivo di cavò, un percorso tutto made in italy che attraversa il concetto di camp e le parodie tra il kitch e il grottesco della condizione gay italiana tra i ’70 e gli ’80. Un’occasione unica per (ri)vedere nella sala video di alpe adria cinema alcune commedie, troppo spesso considerate solo puro entertainment e svago ma che a distanza di qualche tempo vediamo racchiudere elementi importanti di critica sociale e analisi psicologica individuale condotta con il sorriso sulla labbra e orientata all’autoironia. Un’occasione per vedere sullo schermo quelli che sono stati i primi modelli di identità gay prima che fossero assorbiti in elaborazioni più politicamente corrette e dunque socialmente più accettabili anche se, forse, solo superficialmente.
Sullo schermo, tra gli altri, le irriverenze di Luciano Salce (Basta Guardarla), di Vittorio Caprioli (Parigi o cara, Splendori e miserie di Madame Royale) e una nottata interamente dedicata a Ugo Tognazzi e Michel Serrault con la serie spassosissima de La cage aux folles (Il vizietto).

Info e prenotazioni: 040 3476076, news@alpeadriacinema.it

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giovedì 4 giugno 2009

TRACCE DI MURO: SULLE STRADE DELLA GERMANIA

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Wir Können auch anders è allo stesso tempo un road movie e una commedia sulla riunificazione tedesca sui generis. Racconta la storia di un detenuto in semilibertà, il quale ottiene il permesso di lasciare il carcere per andare sulla tomba della nonna che l’ha designato come erede. Lo accompagnano nel lungo viaggio attraverso i “nuovi Länder” della Germania riunificata il fratello, analfabeta come lui, e un disertore dell’ex esercito sovietico armato di kalashnikov che non parla una parola di tedesco (i problemi "linguistici" dei protagonisti si spiegano facilmente con le dimensioni della Germania, perché come disse il regista in un'intervista, "in Germania l'unico modo per girare un road movie è usare personaggi che non sanno leggere perché, altrimenti, tutti leggendo le indicazioni stradali sono in grado di raggiungere qualunque angolo del paese in un massimo di 6 ore"). Dopo aver scoperto di aver ereditato non una villa padronale, ma solo una malandata casetta di contadini, i tre si fermano a bere in un’osteria e rimangono di stucco riconoscendosi in televisione come ricercati dalla polizia in una grande caccia all’uomo. Non resta che fuggire ancora più lontano…
Il titolo di questa commedia un po' folle significa letteralmente “Potremmo fare anche diversamente” e va interpretato anche come programma di politica cinematografica. Benché fosse infatti una produzione a basso costo (2,8 milioni di marchi tedeschi), il film venne distribuito in sessanta copie - numero piuttosto alto per un film low budget - e diventò uno dei film di maggior successo nel 1993 tanto che, entro la metà dell'anno successivo, l'avevano già visto all'incirca 650.000 tedeschi. Senza contare che vinse la Menzione speciale al festival di Berlino "per l'ironia e l'umorismo con cui descrive la realtà tedesca". L'autore è Detlev Buck, che ripetè con questo film il successo al botteghino già ottenuto col film precedente, Karniggels (Coniglietti, del '91). Nato nel 1962 a Bad Segeberg, Buck ha studiato alla German Film & Television Academy (dffb) di Berlino, dove si è diplomato proprio nell'anno della caduta del Muro, il 1989. Durante il periodo degli studi ha girato diversi corti (con il corto di diploma ha partecipato al Forum del Giovane Cinema di Berlino nel 1990). Nel 1991 esordisce nel lungometraggio con Karniggels, cui seguono diversi altri, fra cui Wir können auch anders nel 1993. L'anno prima, Buck aveva fondato con Claus Boje la società di produzione "Boje Buck Produktion GmbH". Fra i suoi film più riusciti c'è Knallhart (Duro e violento, 2006), che vede nel suo primo ruolo da protagonista il giovane e promettente David Kross, più noto per essere stato il protagonista, con Kate Winslet, del controverso film dell'anno scorso The Reader. Buck stesso è apparso come attore in diversi film di altri registi ed è famoso per comparire in qualche cameo nei propri, alla maniera di Hitchcock. E' ritenuto uno dei migliori registi tedeschi della sua generazione.
Al cinema Ariston di Trieste, lunedì 8 giugno, ore 18.30.

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