sabato 14 novembre 2009

Torino Film Festival: 27a edizione

Pin It
Si è aperta ieri sera al Teatro Regio di Torino con il fuori programma del blitz dei Centi Sociali (documentata dall'immagine pubblicata oggi da La Stampa on line) e continuerà fino al 21 la 27a edizione del Torino Film Festival. Le sezioni e la struttura generale sono un po' cambiate, come sempre capita quando cambia il vertice della direzione artistica, con un testimone passato da Nanni Moretti a Gianni Amelio.
La mission storica del festival, quella di vetrina del cinema giovane, rimane affidata a Torino 27, la principale sezione competitiva del festival, che rimane dedicato ad autori alla prima, seconda o terza opera e presenta film di nuova produzione, inediti in Italia. Qui la volontà è quella di rimanere fedeli alla propria storia, focalizzata sulla ricerca e la scoperta di talenti innovativi, che sappiano esprimere le migliori tendenze contemporanee del cinema indipendente internazionale.

Non intendo qui inoltrarmi nell'esposizione dell'intero programma, come ogni anno imponente. Preferisco segnalare le cose che conosco meglio, quindi titoli e autori che, per nascita, vicende produttive o ambientazione, ssi muovono nell'ambito delle cinematografie dell'Europa centro-orientale.
Partiamo quindi col CONCORSO (info e tramine sono tratte dalla cartella stampa ufficiale del festival):

ADÁS - TRANSMISSION di Roland Vranik (Ungheria, 2009, 35mm, 95’)
Tutti i sistemi elettronici si sono fermati: un mondo senza luce elettrica, senza frigoriferi, senza benzina. Un mondo alla J.G. Ballard, dove ognuno si arrangia come può. Squarci di quotidiana follia e sopravvivenza, in una città sulle rive di un lago, illuminata dal sole. Apocalisse prossima ventura venata di humor.

CHI L’HA VISTO di Claudia Rorarius (Germania, 2009, 35mm, 88’)
Un giovane gay tedesco che non ha mai conosciuto il padre italiano, parte per Roma deciso a trovarlo. Mostra in giro una vecchia foto, poi scopre il programma televisivo Chi l’ha visto e si convince che quella è la sua unica vera chance. Film on the road, sulla storia vera del protagonista Gianni Meurer, con apparizione di Maria De Filippi.

MEDALIA DE ONOARE - MEDAL OF HONOR di Calin Netzer (Romania, 2009, 35mm, 105’)
L’anziano Ion vive con la moglie Nina che da anni non gli rivolge la parola. Anche Corneliu, il figlio emigrato in Canada, evita di parlargli al telefono. Un giorno, Ion riceve una medaglia al valore militare, senza sapere per quale impresa. È l’occasione per riscattarsi davanti a tutti e per rimediare agli errori commessi. Soprattutto ora che Corneliu sta per tornare con moglie e figlioletto.

FESTA MOBILE
Spazio in movimento, nel quale il festival propone, fianco a fianco, le anteprime più attese e i film più stimolanti visti all’estero, gli esemplari più bizzarri e i più rigorosi sguardi sulla realtà,
da combinare insieme seguendo i gusti personali.

UNDERGROUND di Emir Kusturica (Francia/Yugoslavia/Germania, 1995, Betacam, 6x52’)
Due pittoreschi antinazisti, l’uno trafficante e l’altro donnaiolo, si fanno fama da eroi nella Belgrado del 1941 e convincono il loro clan a fabbricare armi in un rifugio sotterraneo, dove però terranno tutti segregati per quasi vent’anni, fingendo che la guerra continui, per guadagnarci con gli affari. Versione integrale, inedita in Italia, di circa 6 ore.

BOMBER di Paul Cotter (UK, 2009, HD, 84’)
Alistair, anziano inglese ex pilota della Raf, parte con la moglie e il figlio che mal sopporta, per la Germania, intenzionato a chiedere pubblicamente scusa alla popolazione del villaggio tedesco che ha bombardato durante la Seconda guerra mondiale. Il viaggio porta alla luce conflitti mai esplosi tra l’uomo e il resto della famiglia. (nota per gli spettatori di TRACCE DI MURO: Paul Cotter è l'autore del corto dal titolo Il muro di Berlino, presentato il 9 novembre al Cinema Ariston di Trieste)

HAYAT VAR - MY ONLY SUNSHINE di Reha Erdem (Turchia/Grecia/Bulgaria, 2008, 35mm, 121’)
Hayat abita in una catapecchia in uno dei quartieri periferici più degradati di Instanbul: suo padre vive di espedienti, suo nonno è asmatico e confinato in un letto, sua madre si è fatta una nuova famiglia. Il suo destino sembra segnato, ma Hayat è forte. Pedinamento affettuoso e disincantato di un’adolescenza che non si rassegna a essere inghiottita da un mondo marginale e crudele.

LULU & JIMI di Oskar Roehler (Germania, 2008, 35mm, 94’)
In Germania, negli anni '50, Lulu, una ragazza ricca oppressa da una mamma nevrotica e ambiziosa, incontra Jimi, un giovane americano nero innamorato della musica di Elvis Presley. Colpo di fulmine, ira della mamma, fuga, separazione, riunione: un dramma familiare alla Douglas Sirk trattato come una commedia alla John Waters, con omaggi surreali ai Sailor e Lula di Cuore selvaggio di David Lynch.

MADE IN HUNGARIA di Gergely Fonyo (Ungheria, 2009, 35mm, 109’)
Negli anni 60, Miki, cresciuto negli Stati Uniti, è costretto a tornare in Ungheria con la sua famiglia: le sue camicie hawaiiane, le sue scarpe sgargianti e la sua collezione di dischi di rock’n’roll creano il caos nella scuola e tra i severi funzionari addetti alla cultura giovanile. Una travolgente commedia musicale, ispirata alla vera storia di una rock star ungherese.

RECORD 12 di Mario Conte e Simone Wendel (Germania, 2009, DigiBeta, 63’)
Una casa spiata da una telecamera con l’obiettivo dietro un acquario. Una donna sola al telefono non si sa con chi. Fuori una non meglio identificata organizzazione lavora per il Senato e ha l’ordine di tenere sotto controllo i fantasmi. Il Grande fratello del paranormale, in un piccolo film ipnotico e a suo modo eversivo.

POLITIST, ADJECTIV - POLICE, ADJECTIVE di Corneliu Porumboiu (Romania, 2009, 35mm, 113’)
Cristi, giovane poliziotto, viene incaricato di pedinare uno studente sospettato di spaccio. Nonostante lo veda vendere hashish, Cristi si rifiuta di arrestarlo perché crede che la legge stia per cambiare e non vuole avere sulla coscienza un arresto inutile. Spiazzante commedia nera rumena, fatta di appostamenti, canzoni e umorismo laconico.

MY OWN PRIVATE LIBRARY di Beate Kunath (Germania, 2009, Betacam, 49’)
Una relazione interrotta, un diario che è anche una lettera a una persona lontana. Una lunga serie di telefoni pubblici, filmati in Super8, ad accompagnare le parole della “protagonista” Petra, veicoli di un possibile dialogo con “l’altra” e con lo spettatore. Un ironico e articolato montaggio sonoro, la leggerezza del testo, che comincia con una citazione di Murakami, per un piccolo film rinfrescante.

RESISIM - FRAGMENTS di Yonatan Haimovich (Israele, 2009, Betacam, 50’)
Il regista, israeliano di origine russa orfano dei genitori, torna nel quartiere russo di Gerusalemme, dove vivevano i suoi nonni, e filma ciò che resta della sua infanzia, di quella cultura forse non più sua ma a cui si sente ancora così profondamente legato. Un mosaico evanescente di vite, ricordi, suoni e voci, un microcosmo sospeso nel tempo che sembra sul punto di disperdersi nel pulviscolo della storia.

UNTIL THE NEXT RESURRECTION di Oleg Morozov (Russia, 2008, DigiBeta, 90’)
Ci sono voluti dieci anni per realizzare questo film, dieci anni passati dal regista alla periferia di Kaliningrad filmando i reietti della società. Ma qui non c'è pietismo per alcolizzati e prostitute: lo sguardo di Morozov è carico di un amore profondo e drammatico, di un senso di prossimità e di disperato attaccamento alla vita, in grado di superare anche il limite segnato dalla morte.

ONDE
Con un totale di 48 titoli tra lungo e cortometraggi, Onde è la sezione che conferma nel Torino Film Festival la necessità di affidarsi alle derive più inattese del cinema, seguendo le correnti sotterranee della produzione mondiale. Innestando nella programmazione esperienze artistiche consolidate, forme espressive innovative, stili e pulsioni differenti, Onde propone una lettura trasversale delle possibilità del cinema contemporaneo, puntando con passione sui giovani ma non trascurando percorsi poetici già consolidati.

CONTRE-JOUR di Christoph Girardet e Matthias Müller (Germania, 2008, 35mm, 11’)
ELU ILMA GABRIELLA FERRITA/LIFE WITHOUT GABRIELLA FERRI di Olga e Priit Pärn (Estonia, 2008, Betacam, 44’)
LENNY di Cyril Amon Schaublin (Germania, 2009, DigiBeta, 17’)
SHOOTING LOCATIONS di Thomas Kutschker (Germania, 2009, Betacam, 8’)

CINEMA E CINEMI
Eventi del cinema del passato e momenti del cinema del presente che, per durata o eccezionalità, non possano rientrare nelle altre sezioni del festiva.

WALLS AND BORDERS di AA.VV. (Italia, 2009, Betacam, 290’)
Walls and Borders è un concept film collettivo a favore di International Help Onlus, ideato da Armando Ceste e Claudio Paletto, due autori che da sempre hanno legato la loro produzione artistica all'impegno sociale. Nonostante l’incolmabile vuoto umano ed artistico lasciato da Armando Ceste, recentemente scomparso, il film è stato realizzato e gli è dedicato."Movimento" l'ultimo lavoro di Armando, aprirà il film, unico lavoro non inedito, e sarà il modo per rendergli omaggio.
Claudio Paletto e Maddalena Merlino, una giovane ed emergente filmaker, hanno lavorato per mesi a questo ambizioso quanto inusuale progetto: coinvolgere il maggior numero di registi nella realizzazione del più lungo e partecipato film collettivo di sempre. Due sono gli aspetti che rendono questa iniziativa assolutamente unica.
Il primo è l'intento solidale alla base dell'intera operazione: tutti i proventi del film, a cui gli autori hanno contribuito a titolo gratuito, andranno a sostenere gli interventi umanitari di International Help Onlus, un'associazione che opera nelle zone più disagiate del mondo (www.internationalhelp.it).
Il secondo sta nella portata culturale del progetto: in un momento di crisi etica, economica e sociale come quello in cui viviamo, è importante che gli artisti sentano il dovere di esprimersi per sensibilizzare lo spettatore sullo stato delle cose. Un solo tema, Walls and Borders, indagato da ciascun autore secondo la propria sensibilità, con un clip della durata massima di 5 minuti, per offrire al pubblico infiniti punti di vista e approcci espressivi, dal documentario alla fiction, dalla video art all'animazione. Per riflettere, a venti anni dalla caduta del muro di Berlino, sui vecchi e nuovi confini geografici, fisici, mentali, sociali che oggi si innalzano e ridisegnano le società in cui viviamo.
Info:
http://www.arteca.org/wallsandborders.html

questo post viene pubblicato in contemporanea su Cavò, il blog-rifugio di Alpe Adria Cinema

Nessun commento:

Posta un commento