venerdì 9 ottobre 2009

Un Nobel dal paese delle prugne verdi

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È di ieri l'annuncio che Herta Müller, saggista e poetessa tedesca di origine romena, ha vinto il premio Nobel per la letteratura. La Müller, nata nel 1953 a Niţchidorf, in Romania, ha studiato all'Università di Timişoara, e nel 1976 ha iniziato a lavorare come traduttrice in un'azienda, dalla quale sarà licenziata nel 1979 per mancata collaborazione con la Securitate, i servizi segreti romeni. Questa esperienza, com'è ovvio, ha segnato tutta la sua vita personale e artistica. La motivazione con cui l’Accademia di Svezia le ha conferito il Nobel è infatti quella «tratteggiato il panorama dei diseredati» in Romania sotto la dittatura di Ceasescu «con la concisione della poesia e la schiettezza della prosa».

Nel 1982 ha pubblicato il suo primo libro, Niederungen, una raccolta di racconti che esce però in forma censurata. Nel 1987, ha lasciato la Romania e si è trasferita in Germania, dove vive tuttora. In Italia sono state tradotte poche delle sue opere: In viaggio su una gamba sola (Marsilio, 1992, nuova edizione in libreria la prossima settimana) e Il paese delle prugne verdi, ritratto impietoso di un paese dominato dalla paura e dall’oppressione della dittatura, tradotto in 15 lingue e pubblicato l'anno scorso dall'editore Keller di Rovereto (sul sito della casa editrice si può leggere un estratto del libro). Herta Müller è stata recentemente ospite del Festivaletteratura di Mantova.
Proprio dal sito della Keller, è preso questo estratto di un suo memoriale apparso su "Die Zeit" il 23 luglio 2009:
“Gli intellettuali romeni erano disinteressati nel voler vedere svelati gli incartamenti segreti tanto quanto verso le vite che erano andate perdute attorno a loro, o verso i nuovi legami tra i capi dei partiti e gli ufficiali dei servizi segreti. Se, come me, hai chiesto pubblicamente accesso agli incartamenti anno dopo anno, cominci a dare sui nervi persino ai tuoi amici. Questo è il motivo per cui, per anni, i dossier della Securitate non sono sono stati effettivamente in possesso del National Council for the Study of the Securitate Archives (conosciuto come CNSAS) che è stato costituito a malincuore nel 1999 ma con i nuovi-vecchi servizio segreti, su pressione della Comunità europea.
Loro controllavano tutti gli accessi ai dossier. Il CNSAS doveva inviare le richieste a loro; qualche volta venivano soddisfatte, ma per la maggior parte venivano respinte, persino con la motivazione: "L'incartamento non è ancora stato chiuso". Nel 2004 ero a Bucarest per dare peso alla mia reiterata richiesta d'avere accesso al dossier. All'entrata del CNSAS sono rimasta perplessa nel trovare tre giovani donne in vestiti succinti con lunghi colli e vistosi collant come se fosse un qualche centro erotico. E tra le donne c'era un soldato con un fucile automatico a tracolla come se fossimo in una caserma militare. Il capo del CNSAS pretendeva di non essere lì, anche se avevo un appuntamento con lui.
Questa primavera un gruppo di ricercatori è capitato sugli incartamenti inerenti gli autori romeno-tedeschi dell'Aktiongruppe Banat. La Securitate aveva dipartimenti specializzati per ogni minoranza. Per i tedeschi era chiamato "Nazionalisti e Fascisti tedeschi", la sezione ungherese si chiamava "Irredentisti ungheresi", quella ebraica "Nazionalisti ebrei". Solo gli autori romeni avevano l'onore di essere posti sotto il contrrollo del dipartimento di "Arte e cultura".
Improvvisamente trovai il mio incartamento, sotto il nome di "Cristina". Tre volumi, 914 pagine.”
(continua a leggere sul sito di Keller editore)

Fonti:
Sito ufficiale di Keller editore: www.kellereditore.it/
Pagina di Google Books, dove è possibile leggere la versione inglese di Niederungen
Recensione del New York Times

questo post viene pubblicato in contemporanea su Cavò, il blog-rifugio di Alpe Adria Cinema

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