lunedì 12 ottobre 2009

Tracce di Muro: da Berlino al 38° parallelo

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Presentata oggi la seconda parte della rassegna TRACCE DI MURO, organizzata da Alpe Adria Cinema e ida Goethe Institut di Trieste in occasione del ventennale dalla caduta del Muro di Berlino. Continua la rassegna primaverile, TRACCE DI MURO_BERLINO 1961-1989, e parte dove quella si era interrotta cioè dalla constatazione che, a 20 anni dalla caduta del Muro, nel mondo restano ancora tanti muri: alcuni sono antichissimi, altri sono stati edificati (o rinforzati) dopo la fine della Guerra Fredda. Tutti separano popolazioni: gli Usa ne hanno eretto uno al confine col Messico, la Spagna ha messo il filo spinato a Ceuta e Melilla, il muro in Cisgiordania è lungo 15 volte e quello in Marocco persino 60 volte quello di Berlino. E poi, ancora, la Corea, dove la barriera che separa nord e sud segue un confine geografico astratto, il 38° parallelo, tracciato all’inizio degli anni ‘50. Nuove barriere sono state sollevate dal 1989: eppure, come insegna l’esperienza di Berlino, modificarne il tracciato (o, in alcuni casi, abbatterle) è soltanto il primo passo di un processo lungo e impegnativo per la convivenza fra i popoli. “TRACCE DI MURO_DA BERLINO AL 38° PARALLELO” (al Cinema Ariston di Trieste tutti i lunedì dal 19 ottobre al 9 novembre) riunisce film su Berlino e la Germania ad altri che parlano dei muri nel mondo.
Insieme all’ormai classico sulla riunificazione Good Bye Lenin! di Wolfgang Becker (Germania 2003, presentato in versione originale con sottotitoli italiani), anche Kinder, Kader, Kommandeure (Pura e semplice propaganda, Germania 1992), una raccolta di filmati didattici e di propaganda della DDR, frutto di un’imponente ricerca d’archivio; Da un muro all’altro – Da Berlino a Ceuta (Belgio 2008) di Patric Jean, sguardo ottimista e fuori dal comune sull’immigrazione e su cos'è diventata l'Europa a vent'anni dalla caduta del Muro; Mur (Il muro, Francia-Israele 2004, distr. it. Lucky Red) della regista arabo-ebrea Simone Bitton, Premio speciale della giuria al Sundance Film Festival di Robert Redford, documentario girato a ridosso della costruzione del muro che separa Israele e Palestina. La rassegna continua con i 5 cortometraggi finalisti del Berlin Today Award 2009, promosso dal Campus della Berlinale sul tema del “muro”: 5 viaggi intorno al mondo, 5 sguardi personali e divertiti fra i muri e le barriere che ancora resistono. Poi ancora, il nuovissimo Gesicht zur Wand (Contro il Muro, Germania 2009) di Stefan Weinert, in cui cinque cittadini della ex DDR, imprigionati in patria per aver cercato di fuggire all'ovest (come altri 70.000 loro compatrioti), si raccontano e raccontano i metodi della Stasi, in un documentario che inizia proprio là dove finiva il film premio Oscar Le vite degli altri. Chiusura con il bellissimo Le tre sepolture (The Three Burials of Melquiades Estrada, Usa 2006, distr. it. 01 Distribution), dove la vita al confine fra USA e Messico viene raccontata in modo insolito in questo esordio pluripremiato a Cannes di Tommy Lee Jones, qui regista oltre che interprete.
La rassegna - che viene completata da due appuntamenti nel Cavò di via S. Rocco (lo spazio riservato ai soci di Alpe Adria Cinema) uno dedicato alla Corea e uno a Berlino, rispettivamente il 4 e il 18 novembre - accoglie al proprio interno anche la presentazione (il 21 ottobre presso la Libreria Minerva) di un volume appena pubblicato da Laterza del giornalista e studioso Gian Enrico Rusconi, Berlino: la reinvenzione della Germania.
TRACCE DI MURO è una rassegna realizzata da Alpe Adria Cinema e Goethe Institut Triest, con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e la collaborazione di Cinema Ariston e Mittelimmagini. A cura di Tiziana Ciancetta e Giovanna Tinunin.

questo post viene pubblicato in contemporanea su Cavò, il blog-rifugio di Alpe Adria Cinema

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